Esemplare di dimensioni non comuni anche se si tratta di una specie nota per la rapida crescita ed il portamento maestoso. Nonostante l’età avanzata, inferiore al secolo ma che per la specie rappresenta comunque un traguardo notevole, il Pioppo ha mantenuto inalterato il suo habitus di grande albero con i suoi 30 m di altezza ed il fusto colonnare di circa 2 m di diametro a petto d’uomo. I caratteri botanici non sembrano tuttavia quelli tipici della specie (Populus nigra) e si sospetta pertanto un’ibridazione con il pioppo clonale, fenomeno frequente dove è diffusa la pioppicoltura. L'albero monumentale è radicato sulla sponda del fiume in località Porti, l’antico scalo del traghetto sul Po dove era ormeggiato il vecchio barcone che Giovanni Piazza conduceva con maestria e che fu travolto da un'alluvione alla fine degli anni 70. Un luogo importante per le comunità dei paesi limitrofi, in particolare Morano Po: si documenta che già nel 1614 la comunità moranese faceva voto di festeggiare solennemente, ogni anno, la festa di Santa Prudenziana recandosi in processione sulla riva del fiume se il paese fosse stato salvo dall’alluvione. La festa fu ripresa in località Porti dopo un lungo periodo di interruzione alla fine degli anni Settanta con l'intento di ricordare e premiare i vecchi pescatori e barcaioli sensibilizzando nello stesso tempo gli abitanti della zona sulla cultura e l’ambiente del fiume. Molti importanti personaggi della zona vennero premiati negli anni ma tra tutti spicca la figura di Matteo Caprioglio, Matè, barcaiolo, pescatore e profondo conoscitore di tutti i segreti del fiume scomparso nel 1983. L’antico scalo del traghetto sul Po con il suo pioppo secolare, è sempre stata la passeggiata dei moranesi di tutte le età. Dal paese si arriva al bosco e quindi al fiume lungo il “sentiero dei minatori”, una vecchia pista per la quale transitavano i lavoratori delle “cave”, ma anche le mondine che da Coniolo alto scendevano per lavorare in risaia e gli “arsigat”, tagliatori stagionali di legna.