Si tratta del bosco di larice più a sud delle Alpi Italiane, esteso su circa 1.000 ettari. Il larice è la specie in assoluto prevalente, anche se la minor pressione antropica di questi ultimi decenni sta innescando un processo evolutivo che, nel tempo, porterà ad una sempre maggiore presenza di abete bianco e faggio, che alle quote più basse stanno già sostituendo il larice; queste specie meglio si adattano alle condizioni stazionali locali, caratterizzate da precipitazioni copiose durante tutto l'anno e temperature estive elevate per il larice. Quello che oggi è un bosco in parte ancora pascolato, in passsato era prevalentemente un pascolo arborato; il larice, favorito ed anche piantato a scapito dell'abete, grazie alla chioma poco ombrosa permette lo sviluppo della cotica erbosa e nel contempo fornisce legname di qualità con caratteristiche superiori. Il laricieto fu oggetto di intensi tagli commerciali, fino alla metà del secolo scorso, che alimentavano un rilevante commercio di legname. Negli ultimi decenni e fino all'istituzione del Parco il bosco è stato adibito a Riserva di caccia privata, legata ai galliformi alpini. Il bosco è facilmente fruibile utilizzando la viabilità ad uso silvo-pastorale presente al suo interno e i numerosi sentieri.