La Via dei Re. Viaggio a piedi tra le Residenze Sabaude

Il libro di Enrico Brizzi ha un taglio divulgativo che alterna una trama fittizia con parti realistiche o storico-descrittive. Volutamente si rivolge ad un pubblico diverso da quello solito già propenso a visitare musei e mostre, cercando di arrivare a un target più giovane e comunque attento e sensibile ad esperienze di visita differenti e alternative ormai “di moda” (cfr. ad esempio l’indicazione del MiBAC per il 2019: anno del Turismo lento).

La pubblicazione presenta inoltre un’opportunità particolare: contiene infatti un fac-simile di “Passaporto” per provare ad incentivare il turista a compiere in vario modo l’intero Circuito delle 12 Residenze Sabaude aperte al pubblico, facendosi apporre sullo stesso “Passaporto” il timbro raffigurante il logo delle Residenze via via visitate (sul modello di quanto accade già da tempo per i percorsi religiosi a tappe, o simili).

 

Dal risvolto di copertina:

«Se lo “ius sanguinis” è superato e lo “ius soli” sacrosanto, a me piacerebbe venisse riconosciuto lo “ius amoris”: l’atto d’amore più grande che si può compiere per una terra è quella di solcarla con rispetto a piedi». Non ha dubbi in merito, Enrico Brizzi, l’autore protagonista di questo originale racconto d’un viaggio a piedi da 300 chilometri attraverso le meraviglie delle Residenze Sabaude del Piemonte, che si aggiunge ai suoi numerosi cammini lungo itinerari di pellegrinaggio, percorsi storici e alte vie di mezza Europa. Dieci giorni ha richiesto il tour inaugurale lungo la Via dei Re, da Torino e dintorni al Canavese, per raggiungere infine le Langhe: un viaggio nella storia, con tanto di passaporto per raccogliere i timbri a fine tappa sul modello delle credenziali del Cammino di Santiago, per vedere con occhi nuovi un territorio d’eccellenza.

Il viaggio nello spazio è diventato anche un viaggio nel tempo; strappati alla dimensione libresca, monarchi e uomini d’arme, nobildonne e popolane sono arrivati a raccontare le proprie vicissitudini nella lingua che soltanto i viandanti sanno ascoltare. Come succede percorrendo ogni cammino che si rispetti, l’itinerario ha comportato anche episodi di avventura autentica per l’autore e i suoi abituali compagni di viaggio, gli Psicoatleti, accompagnati per un tratto da un’inattesa pattuglia di amici torinesi… Per poi ritornare immersi nei giorni nostri, «quando il lusso più grande è quello di potersene andare in giro a piedi».

 

 

Chi è Enrico Brizzi...

Nato a Bologna nel 1974, ha fatto il suo esordio a soli diciannove anni con il racconto Freaky stiley, incluso nell’antologia My generation (1993), cui è seguito il debutto come romanziere con il fortunatissimo Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1994), che forma una peculiare trilogia giovanile insieme ai successivi Bastogne (1996) e Tre ragazzi immaginari (1998).

La sua carriera di narratore è caratterizzata dall’ispirazione fornita dai viaggi a piedi (Nessuno lo saprà, 2005; Il pellegrino dalle braccia d’inchiostro, 2007; Gli Psicoatleti, 2011; Il sogno del drago, 2017) e dall’amore per la bicicletta (In piedi sui pedali, 2014, premio Bancarella sport; Di furore e lealtà, biografia di Vincenzo Nibali firmata a quattro mani con il campione siciliano, 2014).

I suoi ultimi romanzi sono Il matrimonio di mio fratello (2016) e Tu che sei di me la miglior parte (2018).